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Umberto De Vita

Umberto De Vita

Sono nato a Messina ma vivo a Firenze da una vita, tanto che non so più se devo considerarmi siciliano o toscano. Ho scritto la mia prima poesia all’età di 17 anni e non ho più smesso. Sono stato premiato e/o segnalato in alcuni concorsi nazionali. Mie poesie sono state incluse in alcune antologie. ... (continua)


Nell'albo d'oro:
Salsedine
Certi sospiri incrementano la bramosia
che l’anima assorbe e cela avidamente.
Vorrei per una volta sentirti dentro me:
nel dolce e antico gioco dell’amore
nella caducità della sera.
Senti? anche il vento mormora
con un cicaleccio continuo;
mentre...  leggi...

La passione dei sensi
Cara, dammi la mano e seguimi;
ti condurrò nel soffio del vento
e nell’olezzo di salsedine
ove gli amanti si radunano
per ascoltare il respiro delle onde
sulla battigia; nel timido bagliore
che precede il mistero notturno.

Si schiude quel fascino...  leggi...

Come vorrei
Come vorrei
immergermi
nel mare dei tuoi occhi
e perdermi nel tuo ventre.

Possedere
la tua bocca di agata
nell’ora che s’innalza la marea,

dormire sul tuo seno
al dolce mormorio di risacca
che mi riporti
nell’estasi d’amore
quando col cuore...  leggi...

Nell’ora mistica della penombra
Dolci rintocchi in lontananza
si mescolano ai miei passi
nell’incolta brughiera
ove silenzi ovattati e declivi
mitigano l’aria pungente.
L’erba alta sembra un’onda
mossa dal vento che s’avanza.
Nell’imminenza d’un evento,
altro tempo...  leggi...

Come vivono i colchici
Non conosco il colore dei colchici
e, non so come nasce un simile fiore
che sfida cieli infiniti
ove s’involano saettanti falchi
nei dirupi a strapiombo,
né quale mano arcana cosparge
i semi nei solchi,
o se per incanto ne è artefice
il riflesso...  leggi...

Là, dove il tramonto si dilegua
Forse, volgendomi indietro,
vedrò sollevare polvere ancestrale
sovrastandomi nel compimento
dell’eterno, senza avvedermene.
Un tempo m’era dolce sognare
nel mistero della sera,
quando il sole si cela nell’alveo della foce
oscurando l’indaco del...  leggi...

Canto Alla Luna
Cara, dolce e arcana luna,
il tuo incedere
imperterrito
accende il mio sorriso
mentre osservo ascoso
il tuo peregrinare
col naso schiacciato
sull’invetriata.

Oh luna che tutto inargenti
sì bella e leggiadra,
appari e t’involi
furtiva fra le...  leggi...

Ti avrei voluto ancora
Nel libro dei miei ricordi
Tu portavi il peso della Croce
e ci nutrivi l’anima nella speranza
vagando nella bufera del mondo.
Fa’ ch’io sia, fratello Lolek,
portavoce di Cristo
a Tua immagine e somiglianza,
insegnami l’agire
prima che la nebbia...  leggi...

Messina (una poesia d’amore)
Ti scruta e ti sorride Antennamare,
mentre supina nell’opprimente calura
osservi attraverso un velo di foschia
pigri gabbiani sullo Jonio,
(quel mare che mi vide fuggire).
Splendida Zancle, ora risorta
da laceranti e antiche ferite.
Ogni giorno mi...  leggi...

Umberto De Vita

Umberto De Vita
 Le sue poesie

La prima poesia pubblicata:
 
Messina (una poesia d’amore) (09/01/2013)

L'ultima poesia pubblicata:
 
Nel silenzio della notte (16/12/2019)

Umberto De Vita vi propone:
 La passione dei sensi (16/02/2014)
 Messina (una poesia d’amore) (09/01/2013)
 Ti avrei voluto ancora (20/01/2013)

La poesia più letta:
 
Acquerugiola (01/07/2013, 7244 letture)

Umberto De Vita ha 9 poesie nell'Albo d'oro.

Leggi la biografia di Umberto De Vita!

Leggi i 2924 commenti di Umberto De Vita


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Considerazione dell'autore
«Poesia ispiratami dal vile attentato perpetrato nel centro storico di Firenze nella notte del 275. 1993, in cui perirono 5 persone, di cui 4 componenti di una stessa famiglia: i genitori e le due figlie, Nadia di 9 anni e Caterina di appena 2 mesi, più uno studente di 19 anni. Alcuni soccorritori, dopo la tragedia, trovarono un quaderno di Nadia fra i calcinacci, ove nelle ultime pagine c'era un suo tema con una frase che sembrò profetica: 'tutto è finito', (si riferiva al tramonto). Questa frase l'ho inserita nella poesia, anche perché mi aveva colpito molto, e l'ho trovata fondamentale per elaborare la mia poesia.»
Inserita il 12/01/2016  

Umberto De Vita

Firenze - 27 maggio 1993

Impressioni
Tenera era la notte e calma
quando un boato squarciando l’aria
rimbomba nei vicoli secolari.
Memore di antiche tragedie, tace l’Arno
scorrendo attonito sotto i ponti,
s’elevano grida di dolore
inghiottite nell’oscurità e, nuvole di fumo
sovrastano i tetti dell’Arco delle Carrozze,
ove brandelli di oggetti cari
piovono ovunque frantumandosi al suolo.

Così inizia simultaneamente il Calvario
per la follia degli uomini.
In Via dei Georgofoli
s’incupisce oltre misura la Torre del Pulci
che avvolta in una spirale di polvere nera,
appare deturpata e offesa nella sua fiera bellezza,
l’acre odore sprona uomini generosi
che s’apprestano a porgere aiuto,
e le sirene impazzite
smorzano sulle labbra l’urlo dei feriti.
Le banderuole momentaneamente assorte,
soppesano i passi frettolosi
sui selciati ostruiti dai detriti.

Cristo pietà, se l’alba si presenta così:
caos, morte e distruzione.

Tutto è finito.

Così cantò nella precedente sera
la dolcissima Nadia;
e s’addormì, sognando nella tremula attesa,
una carezza amica.



Umberto De Vita 08/10/2015 16:46| 7| 1067

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.

Nota dell'autore:
«Nome di fantasia.»


 
Commenti sulla poesia Commenti di altri autori:

«Un fatto di cronaca che ben ricordo. Un atto spietatamente mafioso che ha coinvolto tanto e tanti. Apprezzo molto questo omaggio, questo ricordo rivolto a quanti sopravvissuti sono carichi di dolore incomprensibile ingiustificato. Una lirica apprezzata per struttura e contenuto. Mi unisco.»
Luciano Capaldo (08/10/2015) Modifica questo commento

«Una immane strage d'attacco mafioso fatto per mettere lo stato davanti al fatto compiuto che la mafia poteva tutto. Un periodo di tensioni che tenne l'Italia sotto ricatto perché lo stato avrebbe dovuto ammorbidire il 41 bis che veniva appunto comminato ai mafiosi. Una lirica evocativa che ci porta a rivivere quei momenti bui, scritta egregiamente e con dovizia di particolari. Lode al poeta!»
Grazia Denaro (08/10/2015) Modifica questo commento

«Il Poeta con espressioni di grande valore e con accurata attenzione lessicale versifica un fatto di cronaca di stampo mafioso a Firenze in via dei Georgofoli negli anni novanta. Mi unisco al dolore procurato dal tragico attentato ...elogio al Poeta per l'omaggio rivolto alle persone che sono ancora segnate da quella notte e alla città di Firenze.»
Anna Di Principe (08/10/2015) Modifica questo commento

«Mi ricordo benissimo di quel tragico attacco mafioso del 27 maggio 1993. È stato un fatto deprecabile che ha lasciato sconvolta la città di Firenze e l'Italia intera. È una ribellione sacrosanta a cui mi unisco... Ha fatto bene il Poeta a rievocare questo tragico avvenimento, con versi profondi e incisivi. Pubblicazione apprezzata per il contenuto e per l'esposizione chiara dei fatti avvenuti.»
Club ScrivereSara Acireale (08/10/2015) Modifica questo commento

«La spietatezza, la tragicità di un episodio passato suscita ancora rabbia e lascia strascichi di dolore, un duro segno nella storia della mafia del nostro paese, ferita da sempre insanabile per la lunga trafila di attentati che colpiscono cruentemente senza che la giustizia faccia il suo corso.»
Daniela Dessì (10/10/2015) Modifica questo commento

«Emozionante analisi di un fatto di cronaca che ha segnato i primi anni 90. Una storia dolorosa, scritta con pennellate attente, che trasudano umanità in un'alba di morte e distruzione.»
Eolo (12/10/2015) Modifica questo commento

«Un attentato dinamitardo avvenuto nella notte, nei pressi della storica Galleria degli Uffizi, che il poeta descrive minuziosamente nella sua scelleratezza a carico di persone nonché del patrimonio artistico. Sono versi che restano scolpiti nel cuore ... complimenti!»
Gianna Occhipinti (15/10/2015) Modifica questo commento

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Impressioni
Veleggiare
Batter d’ali
Sull’altare dei sogni
Al brillar delle stelle
In questo altalenare
In assoluta armonia
Attesa
Bagliori lontani
Cruda sorte
Firenze - 27 maggio 1993
Perduto amore
Butterfly
Calice amaro
Tu non sai
Altro, altro tempo ancora
Piccole baiadere
Nell’imminenza dell’attesa
Nel turbamento dell’anima
Le ombre della sera
Una crepa nell’anima
Richiami
Solitudine
Fuori impazza l’autunno
Assorto a mirar le stelle
Cuore
Foglie
Rubo tempo al tempo
Nell’ora impastata di fresca aurora
Lontane rimembranze
S’aprissero cieli stasera

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